Dove eravamo rimasti?
PORTA ROSSA, MA DOVE PORTA?
…e fu così che, preso da subìtanea fìorentìnìtudìne, scesì dal Freccìarossa per Roma allo scalo Santa Marìa Novella…ma forse fermava a Campo Bìsenzìo, non rìcordo bene…decìso a pernottare al Porta Rossa della mìa ìnfanzìa, se c’era ancora: c’è, certo che c’è, sta nell’omonìma vìa al numero 19, è consìderato ìl pìù antìco albergo ìtalìano…ma non accetta canì, quìndì non accetta me…e fu così che bussaì alla porta rossa deì rìcordì ìn un altro hotel dog frìendly…
Non so bene come, mi son trovato davanti ad una porta rossa come quelle di Elisabeth Arden, ma era quella di un albergo a Firenze: il Porta Rossa con i suoi lunghi corridoi bui. Rientravo in camera, dove mia madre, di cui ignoro la sepoltura, si lamentava per il mal di denti. Il signore che la stava consolando avrebbe dovuto essere mio padre, ma non gli somigliava punto. Io neppure mi somigliavo tanto. Il corridoio scuro l’avevo percorso per andare alla toilette: dunque, non noi che s’aveva il bagno in camera.
La notte con la mamma e lo sconosciuto passa tra i gemiti e dura quanto un sogno. Usciamo in tre dal Porta Rossa: i miei genitori e un ragazzino snello. Non che oggi come oggi mi ritrovi gordo, anche se sono ingordo, ma dieci anni li ho compìtì per la sesta volta. E il babbo è un altro rispetto a quello morto prima di mamele. Compra il giornale: il quotidiano fiorentino si chiama La Nazione. Tutta la prima pagina è virata in verde, compresa la grande foto di Yuri Gagarin che sta volando nello spazio. Mi sento pallina ributtata nella roulette delle possibilità. So già che cosa diventerò e però posso dare uno sguardo ad altri numeri. …e fu così che, dìmentìcatì Modesteìn, la Castordìadìs, che sarà o non sarà la Tarnowska, Sarno, che sceglìerà o non sceglìerà Sìenna, Zelda, rìpensaì a Carlo Alberto…e mentre sì gìocava la partìta ero su un’altra Freccìa per Mìlano… Forse a cagìon del suo nome sabaudo, era gobbaccìo lo zìo Carlìno, poverìno. Rìmase ragazzìno, non avendo raggìnto età adulta causa cuore. Carlo Alberto juventìno e deì peggìorì, quellì che neppure sono dì Torìno, poverettì. Lo rìcordo ìn un paìo dì cìrcostanze: ìn una era quasì vìvo, nell’altra morto da un tot. Lo rìcordo mentre sì gìoca l’ìncontro a cuì tanto tenìamo noì nerazzurrì e non ho tablet per seguìre la partìta né cuore dì chìeder ragguaglì aglì altrì vìaggìatorì ìnter-net-connessì. Sarà scaramanzìa? Rìcordo lo spareggìo scudetto col Bologna, seguìto ìn radìocronaca dìretta accanto allo zìo Carlìno, poveraccìo. Cì strappo’ ìl campìonato lo squadrone che tremare ìl mondo faceva e quel cretìno dì Carlìno, parlandone da quasì vìvo, a festeggìare, pur non essendo nemmeno un po’ bolognese, povero luì. E c’ero quando, un pugnetto dì annì dopo, lo spostarono dì posto al cìmìtero, scardìnandone la cassa per sìstemar le ossa nel cosìddetto ossarìo, una cassettìna dell’ elemosìna del Tempo; ìl gìovane stagìsta becchìno, studente dì medìcìna, fece notare neì restì della gabbìa toracìca, la valvola artìfìcìale che aveva prolungato dì ben poco ì battìtì del cuore dì Carletto, poveretto. Del funerale dello zìo non so dìre: ìn genere non cì vado. Sceso dal treno nella sotterranea, leggo suglì schermì della fermata Mìlano Centrale che abbìamo battuto la Juve per 2 a 1! Mì rallegro, ma l’effetto Carletto sì farà sentìre dì qui a poco quando ì nerazzurrì, superato anche l’Empolì ìn trasferta, perderanno due deì tre puntì ìn palìo nello scontro casalìngo con ìl Bologna. Altro effetto collaterale dell’ evocazìone del povero zìetto sarà la notìzìa della scomparsa dell’amìco Carlo, ìl caro prìncìpe Gìovanellì, alle cuì onoranze avreì anche partecìpato a Roma, pero’ non lo faro’. Per andare a Roma, aspetto domenìca prossìma: sìamo all’ Olìmpìco ad affrontare ì lupì. Magarì vedro’ anche la Cìaburrì e parleremo dì cìnema e teatro, dì Venezìa, dì Tangerì, dì Hollywood.
28/09/2016 at 04:50
Un finale inatteso e del tutto spiazzante. Non dice o racconta niente della storia narrata finora, ma prende una direzione diversa e con altro spessore. Non so giudicare se il racconto mi piaccia o meno, di sicuro l’ho letto con curiosità capitolo dopo capitolo.
23/09/2016 at 16:44
Sienna la giovane.
Ho riso e sorriso.
27/09/2016 at 16:35
Grz, vaì con l’epìsodìo fìnale!
28/08/2016 at 09:25
Il mio episodio preferito…
“Dalla telefonata ho capìto che mì sì suggerìsce un “Ace ìn the Hole” ìn versìone remake sìsmìco e fare ìl Chuck Tatum Mobìle Devìce dì un Leo Mìmosa da neo-neorealìsmo mì stuzzìca.” Bellissima frase e azzeccatissimo paragone.
Budapest, la Mitteleuropa mi sembra adatta.
04/09/2016 at 17:34
Grz! E se Venezìa fosse Budapest sull’acqua? E ìl Danuubìo ìl Grandìssìmo Canal?
22/08/2016 at 16:47
Gli venne in mente molto dopo, perché mi piace l’idea che sul momento si sia dimenticato di farlo.
27/08/2016 at 15:06
Anche secondo me, B.B sì è dìmentìcato del suo proposìto, ma le fontì sostengono ìnvece…(a suìvre)
21/08/2016 at 08:07
Sotto il sole di Satana. Gran bel refrain.
16/08/2016 at 14:22
Bianchi, verissima la parte sui gringos!
20/08/2016 at 17:38
E Bìanchì sìa!
14/08/2016 at 13:54
Anche io da ragazzino giochicchiavo a tennis col muro. 🙂
Ammazza quante ville..
14/08/2016 at 09:24
Da appassionato di tennis ho pensato subito aBoris Becker. Episodio molto buono, forse migliore degli altri.
14/08/2016 at 10:54
Grz. Borìs Becker? Net, anzì, Let.
07/08/2016 at 19:38
Ci stai stordendo.
13/08/2016 at 16:56
uppercut dì ferragosto…
07/08/2016 at 19:00
Strage di Cuori: i Malapardì???
Chissà cosa hai in mente.. Fab 🙂
04/08/2016 at 20:42
Avrò capito un quarto ma è intrigante il racconto, ci si perde cullati dalle parole… ho solo un dubbio, si pronuncia “modestain” o “modestin” 🙂
Voto per Timi.
07/08/2016 at 15:49
Modestaìn; Fìlìppo T* verrà fuorì tra poco…
04/08/2016 at 19:27
Non è certo un testo per tutti, ma mi attira.
07/08/2016 at 15:50
Beatì ì pochì che verranno a Caprì con noì…
01/08/2016 at 19:26
Sempre più folle e onirico.
Siamo sulle orme di Birdman.
E vai così.
04/08/2016 at 16:23
Grz: vado così
01/08/2016 at 12:54
Scritto ambizioso.
Erudito e logorroico, come dev’essere uno scritto del genere.
Mi piacerebbe che la messa in scena dovesse accontentarsi di attori di secondo piano.
01/08/2016 at 17:58
Magarì Nìcky Sarno tì accontenta, ìl regìsta teatrale non so…
31/07/2016 at 11:56
Hola Fab 🙂
Ti avevo lasciato col l’altro racconto, adesso t i ritrovo a NY.
Di Steìn ricordo il grande fotografo di guerra (seconda) americano ..
01/08/2016 at 17:57
E adesso ìl fotografo lo rìtrovì, en passant…
28/07/2016 at 08:18
Ciao, non ho capito bene dove vuoi andare a parare perciò ti do libera scelta sull’interpretazione di Modest Stein 🙂